GRAMMATICA E SESSISMO

CENTRO DI RICERCA DIPARTIMENTALE MULTIDISCIPLINARE

Erasmus+ “Parole e segni del femminile nello spazio urbano”

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GeS è partner del progetto Erasmus+Traineeship finanziato per il biennio 2019-2021 (progetto 2019-1-IT02-KA103-061862) dal titolo

“Impronte femminili tra memoria e immaginario”

Soggetto proponente del progetto è l’Associazione di “Toponomastica Femminile”, con la quale GeS ha in essere un accordo quadro.

Il consorzio comprende 19 tra atenei e associazioni attive nell’ambito della parità di genere (obiettivo 5 dell’Agenda 2030).

Università del partenariato: Roma Tor Vergata (GeS), Roma Sapienza, Udine, Tuscia di Viterbo, Palermo, Padova, Ca’ Foscari, Foggia, Bari, Cagliari, Napoli Federico II

Associazioni: Toponomastica Femminile (sede capofila), Officinae, FILDIS, Geograficamente, Orizzonti, Nahuel, Maschile plurale, Mammeonline, AICEM

Nelle prossime settimane sarà reso pubblico il bando per la selezione dei e delle tirocinanti da far partire nel prossimo autunno. Dal momento che la partecipazione richiederà dei prerequisiti, sarà previsto un corso di formazione ad hoc, da svolgersi in autunno, oltre che l’accesso a una piattaforma dell’Agenzia Erasmus predisposta per il raggiungimento di una adeguata formazione linguistica coerente con il paese di destinazione. Nelle prossime settimane sarà pubblicata la lista degli atenei stranieri aderenti al consorzio, distribuiti in numerose città europee.

Abstract del progetto

Il consorzio costituito per Parole e segni del femminile nello spazio urbano. Impronte femminili tra memoria e immaginario Impronte femminili tra memoria e immaginario” è stato il frutto di una selezione effettuata, in Italia e in Europa, tra sedi universitarie e associazioni del terzo settore che operano da tempo nell’ambito della cultura della promozione e dell’attuazione effettiva e documentabile delle buone pratiche per il raggiungimento della parità di genere, coerentemente con quanto previsto dal goal 5 – e collateralmente dal goal 10 – dell’Agenda 2030”. Come la letteratura scientifica e i dati diffusi per l’Italia da ASVIS mostrano chiaramente, è inimmaginabile pensare di riuscire a ottenere cambiamenti di atteggiamento senza un’azione di contrasto, concreta e prolungata nel tempo, alla diffusione degli stereotipi di genere, causa di squilibri evidenti che si ripercuotono nella società.

Si pensi, solo per citare i casi più discussi, alla carenza di ragazze nei settori delle discipline STEM o di ragazzi nell’ambito delle professioni dell’educazione e dell’insegnamento, in particolare nella prima età evolutiva, dalla quale conseguono, a cascata, numeri assai poco consistenti di donne nelle aziende che operano nell’ITC e nello sviluppo dell’AI, oltre che nelle posizioni di vertice di università, aziende e enti varia natura – fenomeno noto come “glass ceiling” – così come di uomini nelle professioni che hanno un ruolo attivo e decisivo nella formazione delle nuove generazioni di cittadini e cittadine.

Di fronte a questo stato di cose, che si alimenta anche delle narrazioni, oltre che dei modelli familiari e sociali, offerte alle nuove generazioni nel corso già -e soprattutto- dei primi anni di vita, occorre creare un nuovo pattern di riferimento, nel quale sia superata l’organizzazione tradizionalmente rigida dei ruoli di genere, il più delle volte riproposta dalle nuove generazioni per semplice replica di quella ereditata.

Affinché possa essere progressivamente ridotta la rigidità dei ruoli di genere che ciascun individuo attribuisce a sé, in modo non consapevole, fin dalla scuola primaria, è necessario offrire alle nuove generazioni narrazioni diverse, nelle quali alle donne non competano i soli ruoli di cura e agli uomini i soli ruoli del sostentamento economico.

L’esperienza pluriennale maturata da chi opera tra le sedi del consorzio dimostra chiaramente che queste narrazioni traggono profitto dalla valorizzazione di figure femminili che, seppur eccellenti nel loro ambito di attività, non risultano note alla massa della popolazione anche perché non valorizzate negli spazi urbani e nei luoghi significativi in cui si realizzano le relazioni di cittadinanza.

Il fatto, altresì, che siano pochissime le donne a cui risultano intestate strade, piazze e statue, unito al fatto che, dove appaiono, i nomi femminili non siano quelli di donne che sono state di riferimento per un ambito di attività o per i progressi che hanno consentito di raggiungere -si pensi alle sante, alle declinazioni delle madonne, alle nobili-, si traduce nella difficoltà di creare associazioni istintive, e per questo radicate nei modelli mentali della quotidianità, tra genere femminile e attività diverse dalla cura e dalla protezione.

Censire lo stato di fatto, mettere in evidenza questo genere di cortocircuito, motivarlo, educare a buone pratiche e fare pressione sui decisori politici e gli stakeholders affinché le nuove intitolazioni risultino più rappresentative, conduce, a stretto giro di anni, purché l’azione sia costante -le sedi in partenariato sono in grado di comprovarlo attingendo ai risultati delle azioni già concluse-, a immettere nel circolo delle narrazioni – fonte per la creazione del proprio immaginario di riferimento – la normalità della presenza delle donne in ogni ambito della società.

Scopo del consorzio è pertanto, oltre a quello menzionato di azione concreta sull’immaginario delle nuove generazioni -attraverso pratiche educative ispirate alle pari opportunità- e della società in generale -attraverso la pressione sui decisori politici, a vario livello-, di contribuire a realizzare entro il 2030 i goal 5 e 10 dell’Agenda immettendo nel circuito della comunicazione, in primis digitale e social, porzioni di enciclopedie tematiche multimediali europee che siano il frutto di una pratica che, per scardinare gli stereotipi esistenti, deve partire dalla presa d’atto, attraverso la conoscenza di altri territori oltre che del proprio -requisito che costituirà un elemento di valutazione per la selezione di chi parteciperà al tirocinio-, di questo stato di cose e delle sue ragioni. Una volta effettuato il sondaggio e messe in atto strategie comunicative per la disseminazione dei materiali sulle donne oggi presenti nelle titolazioni stradali, si procederà a individuarne di nuove e a creare nuove “voci” di enciclopedia su di esse, fornendo ispirazione per nuove intitolazioni.