di Stefania Cavagnoli
Il contributo affronta il tema del linguaggio giuridico e del suo rapporto, o non rapporto, con la lingua di genere in ottica linguistica.
Il lavoro di ricerca si basa sull’ipotesi che, nei testi normativi, in tutta la gerarchia delle fonti giuridiche, la presenza di una lingua adeguata al genere sia pressoché esclusa. Ciò, oltre a non rappresentare le cittadine e le donne che, pur non essendo cittadine italiane, devono rispettare queste leggi, crea spesso problemi di incomprensione testuale; come si cercherà di dimostrare con l’analisi dei documenti citati, la presa di posizione di molti legislatori contro l’applicazione di regole grammaticali che renderebbero il testo più adeguato alla realtà, con la giustificazione che esse appesantirebbero il testo rendendolo meno comprensibile, è spesso non vera. Ne è prova l’articolo 575 del codice penale, riferito all’omicidio, che recita: “Chiunque cagiona la morte di un uomo è punito con la reclusione non inferiore ad anni ventuno”. Le diverse interpretazioni del testo giuridico partono da quella letterale, che in questo caso potrebbe essere intesa anche solo come persona di sesso maschile. Quella culturale aiuta chi legge a capire che qui uomo è inteso in senso di persona. Ma il codice penale prevede anche l’uso del termine persona, in altri articoli, escludendo così l’ipotesi che “uomo” valga sempre per entrambi i generi.
Considerando che la prima caratteristica dei testi giuridici dovrebbe essere la comprensibilità e l’interpretabilità, si capisce come una scrittura rispettosa del genere potrebbe essere utile a tale scopo.
L’analisi, che si avvale di strumenti e teorie linguistiche, prevede la raccolta di un corpus di testi giuridici differenziati per ambito (civile, penale, pubblico), con particolare riferimento ai testi che regolano settori legati alla vita delle donne.
L’approccio scelto è di tipo sociolinguistico-pragmatico, supportato dalle teorie della linguistica testuale. Le teorie di riferimento sono quelle di Cardona (1987), Beaugrande-Dressler (1983), Guastini (2006), Coseriu 1998.
I risultati dell’analisi dovrebbero portare a consolidare l’ipotesi di ricerca, considerando che l’argomento è un argomento poco trattato sia dalla ricerca linguistica che dalla ricerca giuridica (Cavagnoli 2013). Gli studi italiano esistenti si limitano ad alcuni documenti giuridici, ma manca un’analisi più completa del tema. Negli altri paesi l’argomento è trattato, in ottica interdisciplinare, per alcuni settori del diritto. Il mondo anglofono si è occupato maggiormente del settore penale, quello germanofono del diritto pubblico, arrivando a proporre, e a realizzare, alcune direttive sul linguaggio giuridico di genere.
Un ambito di ricerca nuovo per l’Italia, che prevede necessariamente la collaborazione fra esperti di diverse discipline (linguistica, diritto, sociologia).