AGGIORNAMENTO: per ragioni connesse alla riorganizzazione delle attività imposta dalla pandemia, l’evento si svolgerà presso il liceo Amaldi di Roma e non sarà pertanto accessibile ad altri istituti

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Evento conclusivo del laboratorio proposto da CCO – Crisi Come Opportunità e GeS nell’ambito del progetto “Donne come noi. la rappresentazione sociale e social della figura femminile nel nostro tempo”, finanziato dalla Fondazione SNAM.

Programma della mattinata

Intervento introduttivo 9.00

Francesca Dragotto, Giulietta Stirati e Francesca D’Elia

Relazioni 9.30-10.20

Veronica Padovani

“La vetrinizzazione degli stereotipi di genere nei mass media”

Abstract

I mezzi di comunicazione influenzano la realtà sfruttando le molteplici possibilità di linguaggi di cui siamo dotati e contribuiscono alla costruzione di genere. Una riflessione sulle forme di presenza delle donne e del femminile, in particolare nel sistema televisivo, sulla progressiva riduzione della donna a corpo-immagine e il conseguente rafforzamento degli stereotipi di genere.

Luca Ippoliti 10.20-11.10

“Televisione e pregiudizio. Quando l’unica cosa che conta è essere sexy”

Abstract
Nel tranquillo palinsesto pomeridiano, il programma-contenitore DettoFatto propone un tutorial per fare la spesa in modo attraente. Nasce lo scandalo, ma è solo la punta di una narrazione della figura femminile ben più profonda, che affonda le sue radici nella rappresentazione cognitiva e nello stereotipo sociale.

11.10-11.30 Pausa

Laura Bellucci, Matteo Davide, Margherita Santori 11.30-12.10

“‘Du’ fischi non so’ ‘na molestia’: come ti smonto il cat-calling”

Abstract

Che cos’è il cat-calling? C’è chi sostiene che non ci sia nulla di male nel richiamare l’attenzione di una donna che cammina per strada con grida, versi e appellativi. Tramite esempi da social network e mass media cercheremo di smontare le obiezioni più comuni usate per giustificare questa pratica, spiegando come in realtà si tratti di una vera e propria molestia.

Letture

Alice Migliorelli 12.10-12.50

“Il sexysmo nelle narrazioni masmediali dello stupro” 

Abstract

Il caso Alberto Genovese, tra i più emblematici della cultura dello stupro versione 3.0, approda nel repertorio narrativo seriale e massmediale della violenza di genere. Risultato? La cronaca si trasforma in softcore pornography e lo stupro diventa sexy. 

MASS MEDIA E RAPPRESENTAZIONE DELL’IMMAGINE FEMMINILE