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Presentare in modo dinamico la discriminazione di genere legata al concetto di bellezza femminile e maschile, adottando la prospettiva di analisi offerta dalla lingua e dai linguaggi che con essa sostanziano i testi: questa la proposta che anima questo seminario, organizzato e condotto da Jamila Zenobio e Manuela Discenza, amiche di GeS, con destinataria una classe del liceo scientifico Gullace di Roma.

Oggetto di analisi sono stati, più nello specifico, i fenomeni della body shaming e della body positivity, colte nella loro manifestazione attraverso i linguaggi – immagini, parole, immagini e parole – dei social media in generale e della piattaforma Instagram in particolare, per via della popolarità tra adolescenti.

Obiettivo dell’analisi, che si cala nell’ambito di una riflessione sullo stigma relativo alla condizione umana e al suo modus operandi attraverso i linguaggi, è la sollecitazione, anche grazie all’ausilio di metodologie didattiche induttive, alla costruzione di una visione del fenomeno della discriminazione legata alla bellezza, anche in rapporto al genere.

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